Sinceramente ancora non so cosa pubblicare, ho tante idee e devo decidermi.

29 marzo 2006

Finalmente degli indagati

Finalmente ci sono delle persone iscritte nel registro degli indagati. Significa che gli investigatori iniziano ad avere le idee chiare.

L'impronta trovata dai RIS ha permesso di risalire ad un pregiudicato siciliano. Se non ci sono stati errori nel lavoro dei RIS (cosa assai improbabile) significa che si è individuata con certezza una delle due persone che hanno materialmente rapito Tommaso.

Come scrissi in un post di alcuni giorni fa, aprire del nastro adesivo con i guanti è veramente complicato. Probabilmente il malvimente che ha immobilizzato gli Onofri si è dovuto togliere i guanti per riuscire a svolgere lo scotch.

Oggi è anche uscita la notizia che la banda deve essere composta da lameno 5 o 6 persone. La cosa non stupisce affatto perché un sequestro, anche di un bambino piccolo, per poter riuscire necessita di un gruppo di persone sufficientemente organizzate.

Credo che ormai siamo vicini all'epilogo. Speriamo che culmini con la liberazione di Tommaso.

Vivo a Parma in centro ed ogni volta che sento una sirena della polizia passare ho un sobbalzo, mi dico: "forse ci siamo!"

Vogliamo Tommaso Libero!

27 marzo 2006

La scritta

Stamani novità a Casalbaroncolo, a poca distanza da casa Onofri è stata ritrovata una scritta sulla strada, probabilmente eseguita con una bomboletta spray.

Il testo è: "Ne hai abbastanza?".

Il testo risulta scritto sufficientemente bene, senza errori di ortografia, con la zeta con il trattino, cosa un po' desueta soprattutto per una scritta a spray.

Per ora non è dato sapere se vi sia una effettiva connessione con il rapimento di Tommaso e se sia opera dei sequestratori o di qualcuno a loro collegato. Forse è più probabile che sia opera di qualche mitomane imbecille.

Ipotizziamo, però, che il messaggio provenga dai rapitori. In questo caso si possono fare alcune considerazioni.


  • Si sentono sufficientemente tranquilli per osare un'azione di questo tipo in una zona sicuramente tenuta d'occhio dalle forze dell'ordine, nella quale, probabilmente, passano curiosi e giornalisti.
  • Mandano un messaggio chiaro. Sta a Paolo Onofri fare qualcosa affinché questa storia abbia termine. Il mittente sembra dare per scontato che Onofri sappia ciò che deve fare (questo frangente si sposa bene con l'ipotesi fatta su questo blog l'otto marzo scorso).
  • Dal trattto si desume che la scritta sia stata realizzata con una certa calma.
  • Come sono giunti sul posto? In auto (rischiando che qualcuno potesse trascivere la targa) oppure hanno seguito la stessa via utilizzata per il rapimento?
  • Decidendo di lasciare un messaggio sull'asfalto hanno scelto di fare conoscere la cosa a tutti. Perché?
  • A pensarci bene sembra quasi un'azione di sfida; come per dire: "le indagini sono in alto mare, gli investigatori sono ben lontani da noi, non sperate che il sequestro venga risolto dalle forze dell'ordine, quindi dateci ciò che vogliamo prima che sia troppo tardi".

Se la scritta è opera dei rapitori comunque significa che qualcosa si sta muovendo.

Vogliamo Tommaso libero!

25 marzo 2006

L'attesa

Diventa difficile scrivere ancora qualcosa sul rapimento del piccolo Tommaso Onofri.

Non sta accadendo niente di nuovo, non si vede uno spiraglio, è grande la paura che Tommaso possa svanire nel nulla, che non venga mai più ritrovato.

Gli inquirenti mostrano cauto ottimismo, fanno capire che hanno una pista sicura su cui stanno lavorando, che hanno circoscritto la zona nella quale si trova il bambino ed i suoi sequestratori. Filtrano alcune notizie, pare che gli investigatori stiano cercando due persone di origine calabrese, forse due fidanzati o forse padre e figlio.

Eppure l'impressione per chi sta fuori è diversa, è difficile essere ottimisti. E' possibile che servano tanti giorni per identificare i rapitori se effettivamente si ha una buona pista e si conosce veramente la zona in cui il piccolo viene detenuto? E poi, se la localizzazione è corretta non è assai facile che i criminali, sentendosi braccati, siano già fuggiti in un altro posto?

Purtroppo non si può fare nient'altro che attendere, sperando che le prossime notizie siano buone.

Vogliamo Tommaso libero!

24 marzo 2006

La soluzione è vicina o è lontana?

Sono passati 22 giorni dal rapimento di Tommaso, un'eternità.

L'attenzione dei media sta calando. Sulla stampa, nelle radio, nei telegiornali se ne parla sempre di meno. La cosiddetta opinione pubblica, cioè tutti noi, lentamente si sta dimenticando del piccolo Tommaso. E' inconcepibile potersi dimenticare di un bambino di 18 mesi in mano a dei rapitori, eppure sta succedendo così.

Gli investigatori invece stanno lavorando sempre con il massimo impegno, un impegno molto visibile, con posti di blocco, perquisizioni e pattuglie in continua esplorazione. Hanno trovato la pista giusta o sono ancora la buio? Stanno facendo tutta questa pressione sul territorio per marcare ad uomo i sequestratori e farli sentire braccati o, invece, per dare un'immagine di efficienza e nascondere la mancanza di risultati?

Insomma la soluzione di questo caso è vicina o lontana?

Speriamo che sia vicina.

Vogliamo Tommaso libero!

E' proprio Tody, il cane degli Onofri

La lettura del microchip ha confermato che il cane trovato randagio nelle campagne di Sissa è proprio Tody, il cane misteriosamente sparito da casa Onofri alcuni giorn prima del rapimento del piccolo Tommaso.

Il cane è in buona salute, ben nutrito, senza spellature ai polpastrelli. E' difficile immaginare che abbia fatto tanta strada da solo. Da Casalbaroncolo a Casalfoschino ci sono almeno 25 km, troppi per averli percorsi da solo.

Le buone condizioni generali del cane, che risulta ben nutrito, fanno immaginare che il cane sia stato randagio da pochi giorni e quindi sia stato abbandonato alcuni giorni fa.

Siccome è molto plausibile che il cane sia stato prelevato dai rapitori, significa che il cane è stato con i rapitori, e probabilmente con Tommy, fino a pochi giorni orsono.

Bisogna cercare di capire perché abbiano lasciato andare il cane. Il motivo più probabile è proprio per farlo ritrovare. In fondo il ritrovamento del cane potrebbe voler comunicare che il bambino è vivo e sta bene e che presto avverrà un contatto. Aver fatto ritrovare Tody in una zona così al centro delle indagine potrebbe stare a significare, sfidando gli inquirenti, che la banda si sente sicura (ci sarà un nesso tra Casalbaroncolo e Casalfoschino?).

C'è da notare che le immagine del cane, per agevolarne l'identificazione, sono apparse sui media solo negli ultimi tempi, pochi giorni dopo che era stato inviato un messaggio al blog tommasolibero.blogspot.com che invitava a cercare il cane.

A mio giudizio il ritrovamento di Tody è un ottimo segno e forse indica (speriamo) l'avvicinarsi dell'epilogo di questa storia, cioè alla liberazione di Tommaso.

Vogliamo Tommaso libero!

22 marzo 2006

Ritrovato il cane

Oggi è stato ritrovato Tody, il cane della famiglia Onofri, scomparso sabato 25 febbraio, alcuni giorni prima del rapimento.

Sembra che sia stato ritrovato nelle campagne di Sissa, un paese della bassa parmigiana, vicino al Taro e non lontano dal Po, ma troppo distante da Casalbaroncolo (circa 25 km) per pensare che Tody ci sia arrivato da solo.

Questa è probabilmente la notizia più importante dopo il rapimento di Tommaso. Adesso sarebbe necessario capire da quanti giorni il cane è nella zona, se è malnutrito oppure no, se ha ferite ai polpastrelli che possano significare che in questi giorni ha percorso parecchia strada. Tutto questo per cercare di sapere se Tody è stato abbandonato il giorno stesso in cui è stato fatto sparire oppure se è stato lasciato andare da pochi giorni.

Se il cane è stato abbandonato da pochi giorni può significare che i rapitori l'abbiano tenuto con loro per tranquillizzare Tommaso e se adesso hanno deciso di disfarsene è, forse, perché la sua presenza poteva diventare fonte di rischio. Si ricordi che fino a lunedì scorso, prima della puntata di "Chi l'ha visto?", nessuna foto del cane era mai apparsa sui media nazionali.

Faccio un'ultima constatazione; è un po' che si sentono indiscrezioni che indicano interessi da parte degli inquirenti nella zone della bassa delle province di Parma, Reggio e Mantova. Sissa è in una di queste zone.

In ogni caso il ritrovamento di Tody, se non viene smentito, è un'ottima notizia. Chi non fa del male ad un animale non lo fa nemmeno ad un bambino.

Vogliamo Tommaso Libero

I genitori intervistati

Finalmente i genitori di Tommaso hanno parlato e hanno raccontato lo svolgimento dei fatti durante lo speciale di "Chi l'ha visto?".

Ovviamente è la loro versione, ma comunque offre spunti di ragionamento. Sarebbe stato interessante avere anche la versione degli inquirenti, ma, ad indagini in pieno svolgimento, non è pensabile che ciò avvenga.

Il racconto, se vero, ed io penso che lo sia, sgombra il campo da molte imprecisioni che venivano raccontate e che rendevano più difficile l'analisi dei fatti.

Da quanto esposto da Paolo Onofri e dalla moglie si evince che i rapitori sono sicuramente dei professionisti o comunque dei criminali usi ad azioni di questo tipo.

Provo ad elencare i punti che mi portano a questa affermazione:
  • Il blackout del sabato precedente che fa immaginare ad una prova
  • La sparizione del cane (lo stesso sabato) per permettere di agire più indisturbati
  • La scelta di una notte con poca luna
  • L'assoluta freddezza durante l'azione
  • L'efficienza dell'azione
  • La fuga perfettamente riuscita
  • La mancanza di tracce od impronte

Questa ipotesi, cioè che si tratti di professionisti, come già ebbi modo di scrivere, è la più rassicurante per la salute del bambino e per la sua sorte.

Per quanto riguarda la fuga sono sempre molto attirato dall'idea che la fuga sia avvenuta in autostrada. Mi immagino uno scenario che vado a descrivere.

I rapitori arrivano in moto lungo la TAV, parcheggiano la moto sulla TAV, vicino all'autostrada, vanno a piedi verso la casa degli Onofri, nel frattempo arriva un auto con almeno due persone a bordo, di cui una è donna.

Eseguito il rapimento i due sequestratori scappano a piedi, raggiungono l'autostrada e passano da sopra alla rete il bambino. L'auto fugge lungo l'autostrada, la moto lungo la TAV.

Questo permette, al gruppo con il bambino, di riuscire ad allontanarsi di parecchi chilometri prima dell'inizio delle ricerche.

Non capisco perché sia dato così poco credito a questa tesi, anche il criminologo Francesco Bruno l'ha esclusa categoricamente.

Purtroppo questi miei ragionamenti non servono per risolvere il caso.

Vogliamo Tommaso libero!

19 marzo 2006

Torniamo all'inizio

Niente, nulla, nessuna traccia, Tommaso Onofri è come svanito. Introvabile.

Per riuscire a sparire così bene significa che i rapitori sono veri professionisti. E' ormai chiaro a tutti che non si è trattato di un'incursione casuale, ma di un sequestro pianificato ed organizzato con cura.

Banditi ben organizzati che, però, un qualche legame con la famiglia Onofri ce lo devono avere. LO abbiamo già ricordato, a Casalbaroncolo non ci sono arrivati per caso. La ricerca di quale possa essere questo legame è uno dei campi di investigazione più importante. Sicuramente i magistrati stanno già agendo in questo modo.

L'altro campo di investigazione che può dare buoni risultati è l'analisi del rapimento. Dallo studio dettagliato di questo avvenimento possono venire fuori indicazioni utili, sia grazie alle analisi scientifiche sia dalla ricostruzione dei fatti.

Al rapimento, unica cosa certa della vicenda, hanno assistito tre persone (due adulti ed un bambino). I racconti dei testimoni, confrontati con le informazioni raccolte dalla scientifica potrebbero permettere di capire come effettivamente è avvenuto il sequestro.

Bisognerebbe sapere se gli investigatori hanno provato a ricostruire il fatto, cioè se, presso la cascina di Casalbaroncolo, hanno simulato il rapimento e la susseguente fuga. Da queste simulazioni, fatte sul campo, si può cercare di capire quale sia stato lo svolgimento dei fatti più plausibile.

Per imboccare la strada giusta bisognerà continuare ad analizzare in dettaglio il racconto del rapimento, fintanto ché non salti fuori qualche particolare che possa permettere agli inquirenti di battere una nuova pista.

Insomma bisogna tornare all'inizio, a quel maledetto 2 marzo.

Vogliamo Tommaso libero!

17 marzo 2006

Se fosse un giallo

Se il rapimento fosse un giallo come andrebbe a finire?

Carlo Lucarelli come la concluderebbe questa storia? E Andrea Camilleri? E Marcello Fois? Sarebbe interessante chiedere il parere anche a Loriano Machiavelli.

Se la fine la dovessi scrivere io, un'idea ce l'avrei. Lo svolgimento forse sarebbe da fiction televisiva, però con il pregio che, in fondo, si scoprirebbe il colpevole.

L'avvocato è in macchina e riceve una telefonata, una chiamata anonima. Parla per pochi minuti. Inverte bruscamente la marcia ed inizia a viaggiare a velocità spedita.
Fa una prima telefonata ai genitori del bambino.
"Hanno liberato il bambino! Mi hanno dato l'indirizzo, un casolare in montagna. Sono già per strada, corro la!". Finisce la telefonata spiegando il luogo. Poi chiama il magistrato e la polizia. Fornisce le stesse indicazioni. Poi alla fine chiama anche la televisione locale.

Arriva al casolare e dopo poco è raggiunta dai caribinieri avvertiti dal magistrato. La casa è isolata e dal camino esce un lieve filo di fumo.

Avvocato e carabinieri girano intorno alla casa guardando dalle finestre. Finalmente da una finestra del retro scorgono un lettino con dentro un bambino che sembra dormire. Nel camino c'è un fuoco acceso.

Vengono presi da una forte frenesia, cercano di aprire le porte che sembrano tutte sprangate. Con qualche sistema di fortuna riescono a scardinare una finestra. Entrano e corrono subito nella stanza dove c'è il bimbo.

E' vivo, è lui. I rumori lo svegliano e si mette a piangere a dirotto. L'avvocato lo accarezza e lo prende in braccio.

Nello stesso momento arrivano i genitori, la polizia, il magistrato ed i giornalisti.

L'avvocato esce col bambino tra le braccia. Silenzio. C'è grande commozione. La madre si avvicina incredula, lo prende delicatamente dalle mani dell'avvocato e lo stringe a se. Piange sommessamente, un fiume di lacrime. Sorrisi ed occhi umidi sui volti di tutti. Luci delle telecamere e flash dei fotografi sui protagonisti.

Il commissario della squadra mobile si avvicina all'avvocato. Le mostra un foglio. L'avvocato impallidisce. Il commissario fa un cenno a due agenti che si avvicinano ed ammanettano la donna. L'avvocato viene portata via.

I giornalisiti si accorgono di quanto è successo e chiedono spiegazioni al commissario

"Già da parecchi giorni sapevamo che l'avvocato aveva organizzato il sequestro, prima di agire, però, dovevamo aspettare la liberazione del bambino.
Facendo le indagini c'eravamo accorti che l'avvocato aveva ingenti debiti, quasi un milione di euro. Abbiamo poi scoperto che aveva patrocinato con successo un pregiudicato calabrese, già condannato per rapimento a scopo di estorsione, riuscendo a farlo scarcerare grazie ad alcuni cavilli legali. Infine siamo venuti a conoscenza che aveva pochissimo lavoro. Il giorno del rapimento fu tra i primi ad arrivare, pochi minuti dopo essere stata avvertita. Se fosse stata a casa, come aveva asserito, ci avrebbe impiegato almeno mezz'ora.
Aveva ideato tutta questa messinscenza per poter farsi pubblicità!"

the end.

Purtroppo questa è solo fantasia e non è la realtà.

Vogliamo Tommaso Libero!

15 marzo 2006

Ripercorriamo il rapimento di Tommaso

Più passa il tempo e meno sono le certezze.

Vorrei provare a ripercorrere le fasi del rapimento di Tommaso Onofri.

Sono circa le 19.30 di giovedì 2 marzo. Il cielo forse è sereno, comunque non piove. Il sole è tramontato da un'ora e mezzo. La luna è quasi al tramonto, ma non rischiara, perché è ancora una piccola falce, infatti si è appena due giorni dopo il novilunio.

La famiglia Onofri è in casa, si apprestano a cenare. All'improvviso si interrompe la luce elettrica. Il capofamiglia esce in cortile per riarmare l'interruttore generale. Viene aggredito da due malviventi mascherati, uno ha una pistola, l'altro un coltello.

L'uomo viene spinto all'interno dove i due tengono la famiglia sotto la minaccia delle armi. Uno dei due banditi dichiara che si tratta di una rapina. La signora Onofri consegna spontaneamente 150 €.

I due si premurano di immobilizzare tutti gli Onofri, ad eccezione del piccolo Tommaso. Vengono legati con del nastro adesivo. Fatto ciò, gli aggressori non si preoccupano di cercare valori, ma prelevano il piccolo Tommy e fuggono.

Nessuno sente il rumore di un'auto che si allontana.

Dopo una decina di minuti le vittime riescono a liberarsi. Paolo Onofri corre fuori, forse con la speranza di poter acciuffare i fuggitivi. La moglie Paola con il cellulare chiama la Polizia.

Questa è più o meno la ricostruzione dell'accaduto secondo quanto riportato dai vari media.

Nascono alcune domande e considerazioni:

  1. Come hanno fatto ad interrompere la corrente elettrica? Probabilmente con una spina cortocircuitata inserita nella presa esterna, ma come facevano a sapere dov'era e sapere che avrebbe fatto scattare l'interruttore generale della casa? (sopralluogo o conoscenza dell'abitazione?) Quando si fanno queste operazioni solitamente la presa mostra i segni della sfiammata. Ci sono?
  2. La sparizione del cane indica preparazione dell'azione.
  3. Se veramente sono scappati a piedi ed hanno raggiunto un'auto sull'autostrada significa che hanno fatto dei sopralluoghi meticolosi e sicuramente qualcuno deve avere provato il tragitto. Nessuno ha visto niente nei giorni precedenti?
  4. Da quanto raccontato sembra che l'azione sia stata condotta con determinazione ed in maniera efficace, ciò starebbe ad indicare una certa "professionalità" dei banditi.
  5. Il nastro adesivo merita un approfondimento; per prelevare il piccolo era ovviamente necessario prevedere di immobilizzare gli Onofri. Ciò fa pensare che se lo siano portati appresso e non che l'abbiano trovato sul posto. Però è assurdo immaginare che due professionisti del crimine lo vadano a comprare nella ferramenta più vicina, a Sorbolo, dalla quale pare certo che il nastro adesivo provenga. Oltretutto sul nastro compare un'etichetta di prezzo superata, che potrebbe indicare che il nastro è stato acquistato parecchio tempo prima.
  6. Che il nastro sia stato tagliato con un cutter (forse il coltello di uno dei due) e non con i denti mi pare ovvio. I due rapitori si sono preoccupati di indossare i guanti (così almeno sembra) per non lasciare impronte, sicuramente non vanno a lasciare il proprio DNA appiccicato sullo scotch!
  7. I guanti mi lasciano perplesso su due aspetti:
    - svolgere del nastro adesivo con i guanti è difficilissimo (provare per credere)
    - per quale motivo non hanno voluto lasciare impronte? Si tratta di pregiudicati schedati oppure di persone identificabili perché in qualche modo vicine agli Onofri?
  8. Non avere isolato il telefono di casa ed avere lasciato i cellulari agli Onofri è un errore da dilettanti che fa a pugni con la professionalità dimostrata nel resto dell'azione.
  9. I rapitori si sono mossi con molta sicurezza, dando l'impressione che conoscessero bene le abitudini della famiglia e che sapessero che in casa non c'era nessun altro. Tutto ciò da l'idea che siano stati appostati nelle vicinanze per parecchio tempo. Nessuno ha notato nulla? Forse veramente erano un uomo ed una donna, anzi un ragazzo ed una ragazza, che per non dare nell'occhio hanno recitato la parte dei morosi infrattati?
  10. Si potrebbe pensare che i due rapitori siano arrivati in scooter (in effetti uno dei due aveva il volto coperto da un casco da moto), lo abbiano parcheggiato non lontano, che abbiano portato il bambino a piedi fino all'autostrada e che poi siano tornati a riprendere lo scooter per poi allontanarsi definitivamente.

Ormai è tardi e non sono più molto lucido, domani forse avrò qualche altra idea.

Vogliamo Tomaso libero!

12 marzo 2006

Scenari inquietanti

Quando si cerca di trovare un'ipotesi ad un fatto criminale necessariamente si cerca di entrare nella mente di chi quel fatto potrebbe averlo compiuto.

Parlando di pedofilia la cosa è decisamente più difficile perché, almeno per me, diventa complicato riuscire ad immaginare cosa spinga queste persone verso la loro aberrazione.

Ho pensato a lungo a quale nesso potesse esserci tra la pedopornografia ed il rapimento di Tommaso.

Faccio fatica ad immaginare che un gruppo di pedofili, che normalmente vivono la loro devianza emarginati e solitari, sia in grado di organizzare un'azione come il sequestro di Tommaso.

Nonostante ciò un'ipotesi (agghiacciante) la si può azzardare. Il padre ha scattato immagini a sfondo pedofilo del figlio e le ha vendute via internet, da cui ha ricavato parecchi soldi. Qualcuno, che in qualche modo era in contatto con il padre, vi ha intravisto un business interessante ed ha deciso di appropriarsene.

E' un'ipotesi cui faccio fatica a pensare, che mi procura orrore ed aumenta infinitamente la pena che provo per Tommaso.

Spero di sbagliarmi! Sarei più tranquillo se fosse vera la mia prima ipotesi, cioè che Tommaso è in mano ad esponenti della malavita organizzata truffati da Paolo Onofri. Questa, forse, è la situazione che da maggiori garanzie per il trattamento del piccolo Tommaso. E' noto che le organizzazioni criminali aborriscono la violenza sui bambini.

Vogliamo Tommaso libero!

Domenica 12 marzo. Nessun passo avanti

Nessuna novità di rilievo sulla sorte di Tommaso. Anche ieri gli inquirenti hanno continuato ad interrogare il padre e pare che sia stato messo a confronto con un muratore che avrebbe lavorato per lui.
La prima cosa che salta agli occhi è l'orario dell'interogatorio, le 19.30 del sabato. Non si poteva aspettare il giorno dopo? Cos'è saltato fuori di così importante?
La seconda stranezza è che Paolo Onofri è stato prelevato da un'auto della questura con a bordo tre agenti. Temevano la fuga dell'uomo?
Perchè tanto interesse verso il muratore? Sempre che sia vera questa informazione. Il magistrato ipotizza che sia il basista? Oppure che, facendo i lavori in casa Onofri, sia venuto a conoscenza di qualcosa relativo alla pedopornografia?
L'interrogatorio di ieri riguardava il rapimento o la pedopornografia?
Più passa il tempo e più è difficile riuscire a farsi delle idee, a immaginare delle ipotesi, certo il ritrovamento delle immagini pedofile apre scenari inquietanti.
Vogliamo Tommaso libero!

11 marzo 2006

Che brutte notizie

Le notizie di oggi sono veramente sconvolgenti e, purtroppo, gettano una luce sinistra su tutta la vicenda.

Pensavo che Paolo Onofri fosse una brava persona, forse devo ricredermi. Certo, finché non sarà emessa una condanna, la presunzione d'innocenza deve essere rispettata, ma i dubbi si fanno sempre più grandi e pesanti.

La pedopornografia è qualcosa di odioso, di insopportabile, di vergognoso. E' una cosa che mi disgusta al solo pensiero.

Pensare che il padre di Tommaso sia invischiato in questi abomini, oltre che schifarmi, mi fa temere per la sorte di Tommaso.

Vogliamo Tommaso libero!

10 marzo 2006

La grande manifestazione per Tommaso

Stasera Parma si è mobilitata, nelle strade del centro si è svolta una fiaccolata che ha coinvolto almeno 10.000 persone. Un fiume silenzioso. Una grande trepidazione. Un unico pensiero: liberatelo!
Sul fronte delle indagini trapela poco. Si sa soltanto che gli inquirenti si stanno concentrando su Paolo Onofri. Anche oggi interrogatorio lunghissimo. Pare inoltre che gli investigatori abbiano sequestrato del materiale ritrovato in un garage che Onofri aveva in locazione.
Forse l'ipotesi che ho illustrato nei giorni scorsi non è così peregrina. Vedremo.
Vogliamo Tommaso libero!

08 marzo 2006

Sempre sul rapimento di Tommaso

E' iniziato il silenzio stampa. Se prima filtravano pochissime notizie ora non trapela più niente.

Si sa soltanto che gli inquirenti continuano ad interrogare i componenti della famiglia. Sembra quasi un accanimento sadico. Ci sarà un perché!

Gli investigatori devono essere convinti che il movente del rapimento sia strettamente collegato con qualcuno dei membri della famiglia.

Sotto ci deve essere qualcosa di grosso, tale da spingere dei criminali ad organizzare un sequestro così particolare e così rischioso.

Fino a prova contraria, come è giusto che sia, continuo a credere nell'onestà della famiglia Onofri, eppure, se fossi un inquirente, non scarterei l'ipotesi di un coinvolgimento di uno degli Onofri con la malavita organizzata.

Proviamo ad immaginare il seguente scenario: Paolo Onofri viene in qualche modo in contatto con denari di origine malavitosa, riesce ad impossessarsene e li trasferisce su un conto cifrato i Svizzera. I malviventi non hano armi legali per farsi restituire i soldi e quindi decidono di rapire il figlio che libereranno solo quando saranno tornati in possesso del denaro.

Se questa ipotesi fosse vera, Onofri si troverebbe in una situazione di grande difficoltà.
Raccontare tutto alla Polizia significherebbe il sequestro del denaro , l'impossibilità alla restituzione e di conseguenza l'eliminazione dell'ostaggio.
Per poter rendere i soldi, invece, avrebbe bisogno di una certa libertà di movimento per riuscire a raggiungere la banca dove è depositato il denaro ed effettuare la transazione verso il conto dei banditi.

Se questa idea fosse vera, spiegherebbe il motivo per il quale Paolo Onofri, davanti alle telecamere, ha fatto intendere che se i rapitori non rilasciavano il bimbo con le buone, lo avrebbero dovuto fare con le cattive, facendo supporre che avesse qualche idea sull'identità dei sequestratori.

Mi sto convincendo che la Magistratura abbia in mente delle ipotesi simili a questa, supponendo che qualcuno dei membri della famiglia non abbia detto tutto quello che sa.

Speriamo che il caso si risolva presto e che Tommaso torni a riabbracciare i suoi cari.

Vogliamo Tommaso libero!

07 marzo 2006

Altri ragionamenti sul rapimento di Tommaso

Il pensiero che un bambino così piccolo sia ancora nelle mani dei sequestratori mi continua ad assillare.

Ed ogni volta che penso a questa vicenda sono spinto a ragionare sul perché di questo rapimento. Non riesco a darmi una spiegazione razionale.

In questi casi è fortissima la necessità di capire, di sapere, di riuscire a spiegare. Solo la conoscenza permette di razionalizzare eventi così drammatici. Ciò non significa volerne minimizzare la portata, ma, al contrario, sapere di poterli dominare, di riuscire a prevenire nuovi fatti analoghi.

Nel pensare alla vicenda mi è venuta una nuova idea. Nel ragionare sulla cosa sono sempre partito dal presupposto che la famiglia non avesse nulla da nascondere, ma se invece non fosse così?
Il padre, grazie al suo ruolo nelle poste, avrebbe potuto trafugare somme cospicue appartenenti a qualche malavitoso? Costui, ovviamente, per ottenere la restituzione del maltolto, non può rivolgersi alla Polizia.

Sinceramente anche questa ipotesi non mi convince, anche perché sono convinto che gli Onofri siano brave persone.

L'unica certezza, purtroppo, è che Tommaso è ancora nelle mani dei banditi.

Vogliamo Tommaso libero!

06 marzo 2006

Alcuni ragionamenti sul rapimento di Tommaso

Il rapimento del piccolo Tommaso è un fatto assolutamente sconvolgente che ha impressionato tutta l'Italia. Per chi vive a Parma come me, questo avvenimento ha una presa ancora più forte, il dramma è presente in tutta la città, lo si respira nell'aria.

Il giovedì sera, quando è successo il rapimento, stavo rientrando in città dopo un viaggio di lavoro. All'uscita dell'autostrada notai un grande spiegamento di forze dell'ordine, che vidi anche lungo tutto il tragitto che mi portò fino a casa, in centro città. Già da allora ebbi il presentimento che fosse successo qualcosa di grosso.

In questi giorni, compatibilmente con gli impegni di lavoro, ho cercato di seguire gli eventi e vi ho riflettuto a lungo.

Vorrei esporre ,ai quei pochi che mi leggeranno, le idee che mi sono fatto.

  1. I rapitori sono professionisti, lo svolgimento dei fatti lo dimostra: la calma con cui hanno agito, avere scelto di lasciare l'auto in autostrada, il black-out causato ad arte, eccetera.
  2. Volevano rapire Tommaso. Ci sono vari fattori che lo dimostrano.
    - Rapire un bimbo così piccolo è un fatto assolutamente insolito e riprovevole per la malavita tradizionale.
    - Avere scelto di lasciare l'auto in autostrada dovendo percorrere alcune centinaia di metri a piedi significa che già sapevano che chi rapivano non poteva oppore grande resistenza.
    - Accudire un bambino così piccolo comporta parecchie difficoltà (pannolini, mangiare, ecc.) sarebbe stato più semplice rapire l'altro bambino.
  3. Escluderei il rapimento maniacale perché avrebbero scelto una vittima più facile (per esempio un bambino Rom).
  4. Sicuramente erano almeno in tre. Non è ipotizzabile che abbiano lasciato la macchina ferma in corsia d'emergenza incustodita. Non potevano correre il rischio che una pattuglia della Polizia Stradale si fermasse a controllare l'auto senza qualcuno che li potesse almeno avvertire.
  5. Nel gruppo ci doveva sicuramente essere anche una giovane donna, certamente per la capacità di gestire un bambino piccolo, ma anche per dare meno nell'occhio. Anzi si potrebbe ipotizzare che i due rapitori abbiano passato il bambino ad una coppia che aspettava in autostrada dileguandosi poi in un'altra direzione.
  6. Se ho ben capito qual è la posizione della casa degli Onofri, il lato di autostrada più facilmente raggiungibile è quello nord, cioè quello in direzione Milano. Se come immaginano tutti il bambino è stato portato al sud vi sono due possibilità: l'inversione di marcia ad un casello oppure l'imbocco della Parma-Mare. Nel caso di inversione io avrei scelto il casello di Parma Ovest perché poco trafficato e quindi poco frequentato dalla Polstrada. Sarebbe utile far fare alla Società Autostrade una ricerca sulle registrazioni delle uscite a Parma Ovest cercando quei viaggi che sono durati circa un'ora più del normale (tempo della fermata in attesa del compimento del rapimento). Per non farsi notare i malviventi non avranno pagato in contante, ma con sistema automatizzato (Viacard, Telepass, Bancomat, ecc.), quindi si potrebbe risalire al codice di tessera o di Telepass utilizzato (con probabilità avranno usato una tessera a scalare comprata in Autogril).
  7. Il movente del rapimento mi è incomprensibile;
    - vendetta: per quanto grande possa essere stato il desiderio di vendetta ci sarebbero stati mille altri modi più semplici e meno rischiosi per perpetrarla (incendio della casa, ferimento o uccisione del padre o della madre, atti di vandalismo sulle cose, ecc.).
    - estorsione: la famiglia non è sufficientemente ricca. Se invece i banditi avessero voluto approfittare del ruolo di direttore dell'ufficio postale del padre avrebbero scelto altre modalità, come già avvenuto in altri casi.; mentre adesso, con il clamore che ha suscitato il caso, il sig. Onofri non ha più nessuna possibilità di manovra.
    - avvertimento: il sig. Onofri è venuto a conoscenza di qualche affare poco pulito (p. es. conti correnti con soldi sporchi) e qualcuno vuole vuole che non parli. Per ottenere questo scopo bastava l'irruzione in casa, avrebbe sicuramente sortito un sufficiente effetto intimidatorio.
    - psicopatico: l'organizzazione è troppo professionale per immaginare che dietro ci sia uno psicopatico.
    - altro padre: la sig.ra Onofri potrebbe avere avuto un amante e questi credere (o sapere) che Tommaso sia figlio suo. Potrebbe essere una motivazione sufficiente, ma, anche in questa ipotesi, la professionalità dell'azione la fa scartare.
    - pista maniacale (pedofilia, trapianti d'organi, adozioni illegali, satanismo, ecc.) : A mio giudizio sono ipotesi tutte da scartare. Ci sono tantissimi minori poco custoditi e più facilmente raggiungibili.
  8. La malattia del piccolo può essere un movente? La malattia potrebbe essere stata scatenata da un errore di un medico che adesso vuole fare sparire le prove? Mi sembra che una cosa del genere non sia plausibile nemmeno in un film americano.

Purtroppo tutti questi ragionamenti non permettono di aiutare a risolvere il caso. Auguriamoci che la magistratura sia sulla pista giusta. Non ci rimane che sperare che Tommaso stia bene e che sia liberato al più presto.

Vogliamo Tommaso libero!

Liberate Tommaso

Questo Blog inizia oggi e credo che il modo migliore per cominciare sia unirsi al coro di tutti quelli che chiedono la liberazione del piccolo Tommaso.

La speranza è che i rapitori siano veramente dei professionisti, che quindi siano in grado di agire con razionalità e che non compiano atti sconsiderati, ma che invece capiscano che la soluzione più ragionevole (e umana) è la liberazione di Tommaso.

Vogliamo Tommaso libero!